TELEVISIONE/2
Piccole “Iene”
crescono: due folletti a “Telefoggia”
di Maurizio De
Tullio
Inseparabili dalla nascita, quasi come due gemelli siamesi. In
realtà sono solo amici e, da qualche anno, lavorano in tivù
e per la tivù. Il loro “nido” si chiama “Telefoggia” e all'anagrafe
rispondono ai nomi di Pio D’Antini e Amedeo Grieco, 22 anni a testa
festeggiati quasi lo stesso giorno. Ufficialmente studenti
universitari in Scienze della Comunicazione (gemelli anche in
questo!), in realtà animatori e appassionati protagonisti di un
programma in onda dallo scorso anno sulle frequenze di “Telefoggia”.
Sono i protagonisti di “Occhio di bue”, trasmissione leggera ma non
troppo all’interno della quale i due giovanissimi cabarettisti,
coadiuvati dal regista Danilo Longo col quale formano un affiatato
trio, si lanciano in pubbliche denunce, realizzano filmati
apparentemente banali ma di una efficacia sorprendente e propongono
scenette prevalentemente recitate in dialetto foggiano.
Ma la televisione
é solo l’ultima loro scoperta. Nonostante
la giovane età, hanno alle spalle anni di animazione svolta nei
villaggi turistici e qualche annata di cabaret. L'esordio ufficiale
risale al 1999 quando vincono il Festival del Cabaret organizzato
dal Comune di Cerignola. Poi arriva il salto in tivù,
grazie al direttore di “Telefoggia”, Attilio De Matteis, che li
vuole per vivacizzare le trasmissioni in cui
é
protagonista una squadra foggiana militante in serie B. Ovviamente
non
é il Foggia Calcio ma il Fovea e il campionato
é quello di calcetto. E’ il mese di aprile del 2004 e da
allora le loro apparizioni nella storica emittente foggiana si
moltiplicano.
Pio & Amedeo non temono la telecamera ma la cavalcano. Sono lesti
nello sfruttare le più svariate problematiche cittadine (urbanistica, lavori
pubblici, verde, scuole, traffico etc.) e lo fanno ricalcando
colleghi un po’ più noti. Quelli di “Striscia la Notizia” e
delle “Iene” per esempio. Se glielo fate notare magari vi diranno
che non
é così ma non c’é
dubbio che molti servizi risentono di uno stile e un copione già
visti. Poco male, perché l’importante
é
il risultato. E da questo punto di vista non
é
azzardato affermare che taluni loro servizi - mesi in scena con lo
sberleffo, la parlata foggiana, la limitatezza tecnica - valgono
molto di più di quelli cosiddetti “ufficiali” che vengono incartati e
smerciati alla meno peggio nei TG di talune tivù
locali, per non dire di qualche giornale locale.
A loro però non interessa toccare la politica e dicono di occuparsi
del Comune di Foggia a prescindere da chi fa il Sindaco.
Gustosissime le parodie sui tifosi rossoneri, con i personaggi di
Fafonzo e Archimede. Temevano una qualche forma di ritorsione, o di
rimprovero dai tifosi del Foggia, quelli veri che ogni domenica
vanno allo stadio sentendolo quasi come un dovere. A questa “fauna”
tipicamente estremista - verso la vita più
che verso il calcio - i due hanno fatto e rifatto il verso,
sottolineando gli aspetti più folcloristici e demenziali senza per questo ricevere
critiche. Una caricatura a lieto fine di un microcosmo, quello del
calcio popolato dagli “ultras”, che a Foggia come altrove pretende
di essere il centro del mondo.
E alla fine grattando grattando si scopre che forse anche loro sono
dei simpatici “ultras”, magari solo della risata, se
é
vero che alla domanda “Ma da grandi cosa volete fare?” hanno
risposto senza mezzi termini: “Divertirci!”. |